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12 November 2013

Milano - Parigi. Canale privilegiato del turismo d'arte europeo. L'abbondanza di mostre di qualità nelle due capitali dell'arte attrae fiumi di turisti dal mondo verso germinanti forme di "musealità globale".





Milano - Parigi
 canale privilegiato del 
 turismo d'arte europeo


 L'abbondanza di mostre di qualità
 nelle due capitali dell'arte
 attrae fiumi di turisti dal mondo
verso germinanti forme di "musealità globale"

(conclude l'articolo un frammento poetico 
di P.P.Pasolini, dedicato a Maria Callas) 



In questi giorni d'autunno ogni carrozza della metropolitana parigina riporta, in apposite bacheche, frammenti di poesie pasoliniane, ed ogni parigino ne è inevitabilmente captato. Grande rilevanza ha oggi infatti, nella capitale francese, il nome del nostro maggiore poeta contemporaneo, e l'occasione per celebrarlo è stato lanciato dalla Cinemateque Francaise, la quale, oltre a promuovere un ciclo di proiezioni cinematografiche e conferenze, ha organizzato quella che forse è la più grande mostra documentale che sul poeta italiano sia mai stata fatta. Inoltre, in questi stessi giorni si sono potute vedere a Milano importanti mostre provenienti da Parigi riguardanti artisti come Modigliani (italiano di origine e francese d'adozione) o Gustave Rodin, oppure facenti parte di collezioni con sede a Parigi (quali quella sui "Volti del novecento", appartenente al Centre Pompidou). Intanto il Musee d'Orsay lancia una immensa mostra intitolata "Masculin", per la prima volta incentrata sul corpo maschile nell'arte, nella quale abbondano soprattutto opere di entrambe le scuole classiche francesi ed italiane, messe a confronto tra loro, ma anche e soprattutto con la contemporaneità espressa negli altri più importanti centri di produzione mondiale. Qui sopra e sotto al titolo le immagini relative a manifesti delle mostre parigine dedicate e Pier Paolo Pasolini, "Pasolini Roma" e al nudo maschile nell'arte, "Masculin", rispettivamente alla Cinemateque Francaise e al Musee d'Orsay.


Nel mondo occidentale si producono sempre più mostre di grande spessore, sia in contenuti d'opere che in alti livelli di curatela. Le più prestigiose istituzioni pubbliche e private fanno a gara nel proporre idee e riescono, nonostante le risorse non siano più quelle di cinque o dieci anni fa, a comporre progetti nei quali anche la scarsità di opere passibili di ben circolare entro i percorsi canonici dell'arte può riuscire altamente attrattiva. Inoltre, sempre che il progetto sia mirato e ben costruito, si danno sempre più casi di mostre nelle quali non sono tanto le opere a far da padrone, quanto ben riusciti innesti documentali, cinemetografici, epistolari, fotografici, corroborati da oggetti e pezzi unici, interviste, articoli o resoconti giornalistici. E' il caso ad esempio delle due mostre su Pasolini, "Pasolini Roma" organizzata dalla Cinémateque Francaise di Parigi, o quella su Alfred Hitchicok ("Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures" a Palazzo Reale di Milano. Parigi e Milano infatti dominano in questi ultimi tempi la scena espositiva internazionale costruendo mostre analoghe, interscambiandosi opere e progetti, come nel caso della mostra su Roy Lichtenstein che entrambe le città hanno proposto nel giro di un anno, o quella su Andy Warhol. A Milano invece due mostre hanno goduto della fondamentale collaborazione di due distinte istituzioni parigine, il Centre Pompidou e la Fondazione Netter, rispettivamente coinvolter nelle due mostre su i "Volti del '900" e "Modigliani, Soutine e gli Artristi Maledetti".



Qui sopra una carrellata di immagini relative ad altrettante mostre prodotte questo autunno 2013 nelle due capitali europee dell'arte, Parigi e Milano, frutto degli intensi scambi culturali e d'opere, tra musei e fondazioni che, con la loro intensa attività, determinano e rafforzano sempre più il principale asse produttivo ed espositivo, pubblico e privato, dell'arte europea. Entrambe i fulcri di tale asse colloquiano non solo tra loro, ma con le altre maggiori istituzioni europee ed americane, movimentando ingenti capitali, e promuovendo flussi enormi di turismo che alimentano gran parte delle economia di entrambe i paesi. Dall'alto: Andy Warhol, Alfred Hitchicok, Roy Lichtenstein, Piero Fornasetti, Auguste Rodin, Volti del Novecento (della Collezione centre Pompidou Paris), George Braque al Grand Palais, "Année Le Notre, 1613-2013" che celebra Andrée Le Notre a Versailles Chateau, Modigliani Soutine e gli Artisti Maledetti dalla Collezione Netter, "Pollock e gli Irascibili". 


Frutto di ingenti sforzi organizzativi sono anche state due mostre, istruite e congegnate nelle due città dell'arte di Parigi e Milano, "Rodin, il marmo la vita", realizzata in collaborazione col Musée Rodin di Parigi, e "Masculin, l'uomo nudo nell'arte dall''800 ai nostri giorni", primo esempio di mostra che affronta il tema del corpo virile come soggetto artistico preminente, destinato ad avere seguiti proprio in quanto costruito sull'apertura critica di una nuova strada, riccamente documentata sia nella sua parte, generalmente accademica, rappresentata dalle opere del XIX secolo, sia nella sua versione moderna, che coionvolge le avanguardie europee del primo secolo XX e le sperimentazioni più recenti. Altre due mostre retrospettive di notevole significato, nella necessaria ed implicita rivisitazione critica dell'opera completa dei due protagonisti a distanza di tempo dalle loro ormai lontane personali, sono la milanese "Pollock e gli Irascibili" e la parigina "Braque", rispettivamente a Palazzo Reale e al Grand Palais. Questa volta la prima non ha certo il respiro, e l'imponenza della seconda. Le opere di Pollock sono pochissime sia pur nel quadro delle numerose che rappresentano un po' tutti i protagonisti dell' "Espressionismo Astratto", altrimenti detto "Action Painting", le opere di Braque invece sono numerosissime e rappresentativissime dei diversi periodi che caratterizzano l'arte dell' "inventore del cubismo". 



Le due retrospettive, parigina (Versailles-Chateau) e milanese, forse più particolari in quanto rappresentano una novità di genere nell'ambito internazionale, sono: quella dedicata al più famoso architetto-creatore di giardini del '700 francese, ingegnere esperto in scenze della terra, idraulico, botanico, geologo e geometra, ideatore di centinaia di giardini destinati all'aristocrazia europea nel periodo del suo massimo splendore, e quella dedicata al pittore, disegnatore e grafico, arredatore e designer, scenografo italiano contemporaneo, ora alla sua più grande mostra italiana, realizzata dalla Triennale milanese di Palazzo dell'Arte. Qui sopra due opere, rispettivamente di Fornasetti e di Le Notre, entrambe capaci di esprimere al meglio i rispettivi caratteri segnici, le rispettive sigle stilistiche, divenute icone nei diversi ambiti operativi del loro tempo.




Qui sopra, tre opere dell'artista torinese Giuseppe Penone, inserite, assieme a numerose altre, tutte realizzate dall'artista appartenente al movimento artistico dell'Arte Povera, nel parco del castello di Versailles - Parigi in occasione della grande mostra dedicata all'architetto francese Andree Le Notre che ha realizzato il parco stesso. Nel Parco si sono avvicendati, negli ultimi anni, numerosi artisti scultori, invitati a rappresentare la propria opera in esposizioni monografiche a loro dedicate. Quest'anno è stato invitato il noto rappresentante italiano dell'Arte Povera, famoso per le sue bizzare e inquietanti, ma talvolta suggestive, interpretazioni naturalistiche (foto E.M.)


Entrambe però non godono d'un allestimento particolarmente felice, il primo buio e angusto, contrariamente a come doveva essere, dati i soggetti e lo spirito di novità ed apertura che il movimento dell'arte moderna americana degli anni '50 ha rappresentato. Il secondo poco adatto alle prevedibili grandi folle richiamate per gli angusti spazi predisposti e le piccole bacheche che raccolgono la nutrita documentazione complementare.

 

Qui sopra: opere richiamate nelle rispettive contemporanee mostre milanesi e parigine (dall'alto): "Rodin, il marmo, la vita" (Milano, Palazzo Reale), "Roy Lichtenstein" (Parigi, Centre Pompidou, differente monografica già a Milano-Triennale nel 2010, in collaborazione con la Roy Lichtenstein Foundation), "Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures" (Milano Palazzo Reale), "Braque" (Parigi - Gran Palais), "Masculin" (Parigi-Musée d'Orsay).


La mostra "Rodin, il marmo, la vita" è approdata in questi giorni a Milano, a Palazzo Reale" dal Musee Rodin di Parigi. Deve essere detto che questa trasmigrazione di un intero museo dalla capitale francese alla capitale italiana dell'arte, Milano, è principalmente dovuta alla necessità del Museo Rodin di avviare i lavori di manutenzione. Il fatto che tutte o quasi le opere di esso siano state trasferite a Milano per la mostra a Palazzo Reale è una delle migliori prove dell'amicizia particolare Parigi-Milano in campo artistico, e della particolare fiducia che il Museo francese riserva a Milano per continuare a mostrare i suoi tesori al pubblico internazionale per l'intero periodo necessario alla realizzazione delle opere di ristrutturazione che in esso devono essere eseguite.


Una stagione speciale quindi quest'anno, con questo rifiorire di argomenti d'ogni specie nei quali l'arte sempre è presente, in tutte le sue forme, figurative o astratte, pittoriche, scultoree, architettoniche, cinematografiche e fotografiche, istallative o performantiche, in eventi estemporanei, magari site specific oppure retrospettivi, collegati a centenari oppure ad accordi bilaterali e scambi tra musei,  istituzioni o fondazioni. Trattasi allora d'una eccezionalità destinata a rientrare, oppure è che una musealità costante e continua è già divenuta un universo di consuetudine col quale convivere se vogliamo sentirci partecipi a pieno titolo della realtà nella quale siamo e viviamo? Che la vita stessa stia devenendo museo di se stessa, raccogliendo nelle sue catalogazioni, nel suo "Palazzo Enciclopedico" (secondo la ormai famosa titolazione della "Biennale d'Arte - Venezia 2013", tutte gli aspetti che, oltre al presente, includa la sua storia e le sue proiezioni future? Viviamo allora in un museo permanente ed esteso, che tutto include, fatto per fornire schemi e supporti alla vita di chi ne sappia fruire i suggerimenti, le ossessioni e le paure, i richiami fantastici, gli stringenti legami con quanto da altri già sperimentato, conosciuto, codificato?
Se così è, raccogliamo i frammenti poetici di Pasolini come un invito a riflettere sulla realtà nella quale viviamo, che ci appare sempre come assai meno reale di quanto realmente sia, e che richiede, per esser vissuta d'istinto e compresa nel modo migliore, d'essere assunta all'interno d'una visione globale, nella quale ogni aspetto che la compone continui a mettersi a punto, proprio mediante  quella  "musealità" onnivora del mondo contemporaneo che tutto comprende e tutto libera. E' quella che l'asse culturale Parigi-Milano, da qualche tempo, sta assai proficuamente sperimentando, e della quale, col tempo, cominceremo a sentirci totalmente permeati, beneficiandone.


di P.P.Pasolini, frammento di "Timor di me" (la Callas e Pasolini):

"Tu doni,spargi doni, hai bisogno di donare,
ma il tuo dono te l’ha dato Lui, come tutto;
ed è Nulla il dono di Nessuno;
io fingo di ricevere;
ti ringrazio, sinceramente grato;
ma il debole sorriso sfuggente
non è di timidezza;
è lo sgomento, più terribile, ben più terribile
di avere un corpo separato, nei regni dell’essere -
se è una colpa
se non è che un incidente: ma al posto dell’Altro
per me c’è un vuoto nel cosmo
un vuoto nel cosmo
e da là tu canti."


Enrico Mercatali
Parigi, Milano, Lago Maggiore

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