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18 October 2012

Il nuovo Museo del caffè nasce a Binasco (Milano)



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Nuovo Museo a Binasco (Milano)


Il Museo del Caffè


Per iniziativa di Cimbali, che festeggia ora il centenario dalla fondazione (1912 - 2012) apre i battenti un nuovo museo lombardo, quello dedicato al caffè italiano e alle famose macchine per prepararlo, che hanno contribuito a diffonderlo in Europa e nel mondo. Nei giorni scorsi si è inaugurato  infatti il MUMAC, il museo delle macchine per il caffè. Ora è possibile vedere, e toccare con mano, quella chge è stata definita la "collezione più ricca e completa a livello internazionale di macchine per caffè." 




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Nuovo Museo a Binasco (Milano)



Il Museo del Caffè



Per iniziativa di Cimbali, che festeggia ora il centenario dalla fondazione (1912 - 2012) apre i battenti un nuovo museo lombardo, quello dedicato al caffè italiano e alle famose macchine per prepararlo, che hanno contribuito a diffonderlo in Europa e nel mondo. Nei giorni scorsi si è inaugurato  infatti il MUMAC, il museo delle macchine per il caffè. Ora è possibile vedere, e toccare con mano, quella chge è stata definita la "collezione più ricca e completa a livello internazionale di macchine per caffè."

Il Gruppo Cimbali ne è stato il committente, che lo ha voluto per celebrare i suoi 100 anni di attività, e per continuare a promuove il suo prestigioso marchio.  Il museo è stato allestito in un moderno spazio di circa 1700 mq presso la storica fabbrica di Binasco. L'operazione ha richiesto una moderna addizione ed un recupero industriale, secondo un progetto di assieme di notevole  interesse architettonico. 




Con questa decisione, ora giunta al suo compimento, l’azienda, tuttora leader del settore, ha inteso creare un polo di attrazione espositivo, permanentemente aperto al pubblico, in grado di dare una panoramica completa della sua storia, approfondone i caratteri specifici, ma anche contribuire a diffondere la cultura e il design della macchina per il caffè espresso. In tal senso, essa non si è sottratta dal percorso di una moda, avvertita anche però come esigenza, che vede ogni grande azienda italiana partecipare alla costruzione di una più moderna cultura dell'impresa, specie quando questa ha radici storiche, attraverso lo strumento museale. Questa raccolta delle macchine per il caffè rappresenta infatti, il contributo alla tutela del patrimonio italiano in questo settore negli ultimi cento anni, oltre al contributo alla catalogazione e alla conservazione di un patrimonio collettivo di storia, fatto di tecnologia e sapere, di artigianato e di serializzazione industriale. La tecnologia e il design italiano vi vengono infatti raccontati attraverso criteri di conoscenza multimediale, fatto di stimoli audio-visivi, compendiati da una documentazione ricca di dettaglio, dai contenuti storici ed umani di grandissimo interesse.

Auspicando che nascano nel nostro Paese numerosi altri racconti d'analoga completezza, in forma di musei (così come Taccuini ha già riferito circa altre analoghe esperienze monomarca quali il Museo del Vino, il Museo dell'Automobile, il Museo del Tessuto in Lana, il Museo del Design,  e numerosi altri), ne consigliamo l'immediato inserimento entro i circuiti del turismo nazionale, che ti tali iniziative è famelico.





Qui sopra, e sopra al titolo, il nuovo Museo del Caffè, visto dall'esterno, realizzato su progetto di Paolo Balzanelli e Valerio Cometti. Il Museo è direttom da Andrea Kerbaker. L'edificio rosso è visibile anche la notte dall'autostrada A7.





Sopra e sotto: alcune sale del museo: tra gli oltre 100 modelli di macchine per il caffè, delle varie epoche, spiccano quelli più celebri, realizzate secondo le mode dell'epoca. Altri 100 pezzi di alto valore sono nei magazzini, per i quali si prevede ogni anno una rotazione, che renderà il Museo mutevole nel tempo. Tra le macchine per il caffè manifesti d'epoca, pubblicità, documenti e fotografie che arricchiscono i percorsi della visita. Segnaliamo tra tutte la splendida macchina " Bellezza Poligonale", del 1930, in stile Art Deco. Inoltre la "Pavoni Diamanti" del 1956, disegnata da Enzo Mari e Bruno Munari, le cui linee ricordano quelle di una Cadillac dell'epoca. Di Gio Ponti invece si potrà vedere la più piccola "Lilliput 55", del 1955. Infine, di Castiglioni, un "Compasso d'Oro", la "Cimbali Pitagora", del 1962.




- il Museo è a Binasco, via Pablo Neruda 2 (visite su prenotazione)

Enrico Mercatali
Lesa, 16 ottobre 2012

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