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28 July 2012

L'homme qui marche è Alberto Giacometti - Forte di Bard - Valle d'Aosta 7 luglio -18 novembre 2012




L'homme qui marche,
icona del XX secolo,

è

Alberto Giacometti


in mostra dal 7 luglio al 18 novembre 2012
al Forte di Bard - Valle d'Aosta



Questa mostra sull'opera di Giacometti, prevalentemente incentrata sulla sua famosa scultura  dell'"Uomo che cammina", voluta e allestita dalla Fondazione Forte di Bard in Valle d'Aosta, consta di 120 opere, tra disegni e sculture, litografie originali ed acqueforti, oltre a modellini in gesso dell'ultimo periodo dell'artista, ed è stata realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Aimé et Marguerite Maeght di Saint-Paul-de-Vence. Il titolo della mostra trae spunto dal titolo della più importante opera che vi è esposta, l"Homme qui marce II", la scultura in bronzo che detiene oggi il primato quanto a prezzo di acquisto di un'opera d'arte che non sia pittorica, essendo stata pagata, nell'ultima transazione avvenuta presso Sotheby's (3 febbraio 2010), più di 104 milioni di dollari.
Essa entra a far parte della lunga serie di statue bronzee raffiguranti uomini o donne filiformi, altissime e esilissime, costruite nervosamente attorno ad un nucleo primigenio e archetipico mediante agiunta e tormentate azioni microplastiche dell'autore tendenti a determinarne uno stato psicologico, più che realistico in senso figurale, uno stato mentale e universalmente significativo nella loro posa astante, o a volte incedente, parenti alla lontana di arcaiche statuette ritrovate in Etruria, ma anche d'una plastica di matrice surreale e onirica. Attorno a questa figura, vagamente instabile nonostante i suoi smisurati piedi che fanno da piedistallo, un poco assomigliante allo stesso Giacometti  in persona, ritratto in Biennale da Ugo Mulas (vedi foto qui sopra), o nei video girati in quelle stesse sale bianche nel 1962, mentre allestisce l'esposizione che lo portò alla ribalta del mondo intero, dopo che già i coniugi Meght ne decretarono la fortuna collocandolo tra i più grandi protagonisti, del novecento, accogliendolo nella loro antesignana collezione a Sain Paul de Vence negli anni '30.




L'attività pittorica e grafica di Alberto Giacometti affianca quella scultorea in pari importanza e qualità. Essa, col suo segno forte e inciso e la sua tormentata ricerca del vero interiore, supera a volte perfino, in intensità e drammatica scoperta, il lascito plastico tridimensionale, sapendo scavare nel personaggio ogni sua traccia di vita nel tempo, ogni sua vera essenza. Accomuna il suo autore, talvolta, tale incisività che cerca espressione, tale affastellarsi di tratti che scava nella personalità, all'analisi interiore di taluni dipinti di Francis Bacon. Cromie composite, spente o grigie, mai vivaci, spesso totalmente grigie, sfumano i piani messi a fuoco su sfondi opachi e indistinti. Ciò ritaglia, dei personaggi ritratti, quanto ha più attratto l'interesse dell'autore, a volte gli occhi e lo sguardo, a volte i soli segni salienti del volto già consunto dalla vita e dalle sue fatiche, a volte il solo loro sentirsi esteriormente in vita, ma morti dentro.






 "L'Homme qui marche, di Alberto Giacometti, è la traduzione formale della condizione umana, espressa in una esile figura, sola e incerta, che accenna a un passo", come sostiene Marguerite Maeght, co-realizzatrice della mostra al Forte di Bard, qui sopra rappresentata dal manifesto.  Essa, assieme a Aimé Maeght, è una delle più importanti collezioniste d'arte europee, e fondatrice di una straordinaria raccolta museale francese, che ha attraversato il secolo XX quanto a contatti, e relative acquisizioni artistiche, con i suoi più geniali maestri del cubismo, dell'astrattismo e del surrealismo.




Qui sopra una delle sale del forte di Bard ove è accolta la figura dell' "Uomo che Cammina", pezzo protagonista dell'intera mostra, consistente in più di 120 opere. Più sopra ancora la stessa statua bronzea esposta nelle sale della Collezione Bayeler (Renzo Piano) presso Basilea, nel 2009




Nelle foto qui sopra alcune istallazioni dell'Uomo che Cammina, in mostre temporanee che hanno precuduto l'odierna al forte di Bard




 Alcune longilinee figure femminili di Alberto Giacometti che costituiscono l'alternativa di genere, in qualche modo parenti di analoghe statuette d'epoca tardo-etrusca, da cui certamente l'artista aveva tratto ispirazione, pur moltiplicandone le dimensioni, a volte perfino superiori a quelle reali umane




Qui sopra due busti tipici di Alberto Giacometti. E' assai evidente la parentela che hanno coi disegni ed i ritratti, che ne ostituiscono la matrice, a volte in forma di schizzi preparatori, altre volte forma espressiva autonoma, generalmente completata con sfondi colorati




"La piazza", scultura bronzea di Alberto Giacometti costituita da un grande basamento rettangolare e piccole figurine filiformi, piccoli "Uomini che camminano", simboli distintivi dell'idea primigenia dell'artista, qui proposti nella loro versione collettiva. ma non si propongono coppie o gruppi: le figure costituiscono una sorta di "folla solitaria"





 Alberto Giacometti nel suo studio o al lavoro, qui subito sopra e sotto ritratto da Cartier Bresson









Sopra: alcuni famosi ritratti di Ugo Mulas a Alberto Giacometti nel corso della Biennale veneziana del 1962






Qui sopra: due gigantesche figure femminili giacomettiane divenute oggetto di remake da parte di un giovane artista americano John Baldessari in una recente mostra alla Fondazione Prada, conclusasi nel dicembre del 2010. In qualche modo Giacometti ed il suo Uomo che cammina sono divenuti icone stesse del novecento.



Enrico Mercatali
Bard (Valle d'Aosta), 26 luglio 2012

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