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22 July 2012

Straordinario evento musicale: Jan Garbarek e Trilok Gurtu - Stresa 2012





JAN GARBAREK GROUP

featuring
TRILOK GURTU



at

Stresa Jazz Festival - Midsummer concerts - 20 luglio 2012





Il primo appuntamento di questa estate jazzistica stresiana è stato accentato sul musicista più indecifrabile della storia musicale contemporanea e sulla sua personalissima cifra stilistica, assai ricercata dal suo pubblico proprio per questo suo essere diversa. Il grande musicista si è presentato come sempre in grande forma, nonostante gli anni passino veloci, tanto da nuovamente appassionare i suoi fans, tra i quali anche noi siamo, e molti accorsi anche questa volta da lontano, per testare le novità di quest'anno, con il suo organico tradizionale, e con l'illustre ospite sui drums, quasi a voler chiudere quel cerchio di perfezione al quale ci siamo abituati  da tempo nel sentirlo, soprattutto dopo anni ormai dall'ultimo indimenticabile "Praise of dreams".




Jan Garbarek at the Stresa Festival 2012, with Yuri Daniel and Rainer Bruninghaus
(foto Enrico Mercatali)



Un'infausta casualità ha voluto che il concerto si avviasse sotto gli effetti del più violento dei temporali di questa stagione, venuto a scaricare tanta più acqua si potesse per impedire che l'evento prendesse l'avvio. Qualche smorfia dei protagonisti giunti sul palco, nel vedere il folto pubblico totalmente sotto gli ombrelli, non arrese però la loro volontà di far partire nel modo più disinvolto e convincente la serie dei brani prescelti per la serata. E mentre parte del pubblico si avvicinava al palco, a seguito della fase più violenta del rovescio, per ripararsi almeno in parte dalla sua copertura, il sublime incastro timbrico dei quattro strumenti in azione, già dava i suoi frutti nell'incantare quel pubblico, che già era pronto ad immedesimarsi totalmente e indissolubilmente, nonostante l'imprevisto temporale durato quanto il concerto, da quel vortice di sonorità un po' new-age, un po' rock, un po' classiche, un po' free jazz che solo il perfezionatissimo connubio tra lo spirito nordico e quello indiano, di Jan Garbarek col suo Group e dell'ospite d'onore Trilok Gurtu, potevano creare, un poco attenendosi agli standards e un poco improvvisando a piacere, rimbalzandosi l'un l'altro il bandolo melodico, anch'essi ormai divertiti dalla presenza accanto ad essi del folto pubblico, intirizzito ma estasiato.




Jan Garbarek plays his Borgani soprano, at Stresa Festival 2012. A Berg Larsen soprano 65/1 is used by his masterpieces (foto Enrico Mercatali)


Più di due ore continuate di grande musica, poderosa ed incalzante, punteggiata da pause calibrate, per dare un po' di tregua alla tensione che ciascun artista declinava in assoli volutamente tesi ad esaltare il contributo di ciascuno nel comporre l'irripetibile complessivo affresco, in intensità e completezza, dai più sottili e cristallini fraseggi del piano, all'intensità dell'urlo munchiano più tipico dei sax del norvegese, alla pienezza d'assieme dei "fortissimi" in cui tutti sono coinvolti al massimo grado: lo stesso Garbarek, che passa con disinvoltura dal tenore al soprano dando vita all'intero impianto sonoro, compositivo e timbrico, alle tastiere elettroniche e dello Steinway del compassato ma poliedrico Rainer Bruninghaus, al basso preciso e ricco dell'ispirato Yuri Daniel, non avulso da matrici rock, fino alla smisurata versatilità che Trilok Gurtu sa trarre dai suoi virtuosistici percussionismi, peraltro, a tratti, perfino vocali, intarsiati in modo semplicemente perfetto al dialogo con le voci, gli strilli, le grida, i fraseggi interlocutori di tutti gli strumenti.




Trilok Gurtu on his drums place, during the Stresa concert 2012 (foto E. Mercatali)



Il concerto è accolto, nel momento in cui vi risiedi, come un tripudio di bellezza: due ore dedicate alla sapiente costruzione di una rete sonora di una ricchezza armonica e d'una varietà melodica mai udita tanto ricca e completa, di una varietà ritmica tanto godibile nella molteplicità dei mezzi e nella precisa potenza inventiva dispiegata a piene mani da chi la conduce, mai riscontrata in altre formazioni.







Abbiamo potuto apprezzare infine, di quest'ultimo concerto del sassofonista norvegese e del suo Gruppo, dopo l'ampia parentesi spiritualista che lo ha legato per anni all'Hilliard Ensamble, con il quale ha prodotto ed editato forse i prodotti più apprezzati della sua discografia, il parziale ritorno "alle origini", sapendo ben amalgamare a queste "etniche componenti" gli stilemi di cifre musicali più recenti, sia pure adottate con intelligente e misuratissimo approccio. Nel nuovo repertorio tali aggiunte sono percepibili a fatica, ma ciononostante capaci di infondere nuova linfa vitale ad un genere musicale che ben difficilmente si lascia irretire dentro a schemi predefiniti, continuando ad essere perfettamente congruo alla cultura musicale del profondo nord, sempre pronto a suscitare estatiche emozioni, parlando all'anima, più che alla mente o al cuore di chi ascolta, esplorarndo campi ancora inesplorati.





Rainer Brauninghaus on his "tastiera", in the Stresa concert 2012 (foto E. Mercatali)



Yuri Daniel plays his bass in the Stresa concert 2012 (foto E. Mercatali)




Jan Garbarek and Trilok Gurtu dialogano in un duetto che ha molto divertito il pubblico






Enrico Mercatali
Stresa, 20 luglio 2012

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